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Marcello Polacchini

La tutela della privacy nell'impresa

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Postilla » Impresa » Il Blog di Marcello Polacchini » Privacy » Meglio tardi che mai: finalmente il Garante della privacy attacca il Governo!

15 marzo 2012

Meglio tardi che mai: finalmente il Garante della privacy attacca il Governo!

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Il 13 marzo, nel corso della presentazione al Senato del volume “Sette anni di protezione dati in Italia” il Presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali Francesco Pizzetti, giunto ormai alla fine del suo mandato, ha finalmente rotto il silenzio e ha criticato pubblicamente in modo molto severo alcune iniziative assunte di recente dal Governo che hanno indebolito fortemente la tutela della privacy nel nostro paese.

La critica più forte è stata quella all’attuale normativa sulla trasparenza amministrativa nei controlli fiscali, perché la sacrosanta lotta all’evasione fiscale viene realizzata attraverso strumenti (come il redditometro e lo spesometro) che vanno ad indagare sempre più a fondo nella vita privata dei cittadini, fondandosi sul presupposto di una generale illiceità e ribaltando quelli che dovrebbero essere i principi fondamentali di uno Stato democratico.

Le dure parole di Pizzetti hanno fatto trasparire la grande delusione del Garante per una politica che, nell’intento di favorire una ripresa economica, è diventata ormai insensibile a tematiche come la privacy, e opera anche a danno di valori di rilevanza costituzionale come la libertà e la dignità dell’uomo. Da qui, l’appello del Presidente dell’Authority a tenere sotto controllo «la spinta al controllo e all’acquisizione di informazioni sui comportamenti dei cittadini che cresce di giorno in giorno». «È proprio dello Stato non democratico – ha affermato Pizzetti – pensare che i propri cittadini siano tutti possibili violatori delle leggi. In uno Stato democratico, il cittadino ha il diritto di essere rispettato fino a che non violi le leggi, non di essere un sospettato a priori».

Molto severe sono state le parole di Pizzetti anche nei confronti dei recenti decreti sullo sviluppo e sulle semplificazioni, che hanno contribuito ad attenuare notevolmente la normativa sulla privacy, eliminando la tutela delle persone giuridiche e importanti strumenti come il DPS, che era servito a mantenere alta l’attenzione del mondo imprenditoriale sulle misure per la protezione dei dati personali.

Purtroppo queste esternazioni del Garante sono giunte tardivamente, quando ormai il danno è stato fatto e la normativa sulla tutela della privacy è stata in parte scardinata. Bisognava, a mio avviso, intervenire prima in chiave preventiva e il Garante aveva il dovere di farlo, esercitando una prerogativa attribuitagli dalla legge stessa. Adesso invertire la tendenza del Governo alla deregulation della materia della privacy è molto difficile, anzi impossibile, dato che ormai qualsiasi intervento governativo è giustificato dalla ragion di Stato; continuando così però c’è il rischio di relegare l’Italia all’ultimo posto in Europa per il livello di tutela dei diritti dell’uomo.

Non ci resta che aspettare il nuovo Regolamento UE, che rimetterà tutti i paesi dell’Unione sullo stesso piano per quanto riguarda la protezione dei dati personali.

Letture: 4862 | Commenti: 3 |
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3 Commenti a “Meglio tardi che mai: finalmente il Garante della privacy attacca il Governo!”

  1. antonino scrive:
    Scritto il 16-3-2012 alle ore 09:15

    osservazioni giuste, in quanto i funzionari degli uffici amministrativi debbono prendersi ognuno la responsabilità delle loro decisioni e se sbagliano, creando un danno al contribuente, debbono essere sanzionati (funzionario-amministrazione).
    la verità è che le sanzioni non vengono applicate nei confronti degli uffici che sbagliano. le imprese restano imbrigliate nella burocrazia (lenta e ostruzionistica) che spesso costituisce un ostacolo alla crescita economica. l’accanimento fiscale deve essere punito in base al principio della parità tra contribuenti ed amministrazione.

  2. Lorena scrive:
    Scritto il 16-3-2012 alle ore 09:53

    Non sono ottimista.
    Lo stato ha bisogno di più tasse per potersi permettere i livelli attuali di sperpero e, se possibile aumentarli. Per far ciò, deve poterli togliere dalle tasche dei cittadini poco propensi a dargliene di più. Per cui, la privacy diminuirà ancora. Non so come, ma succederà. Il fisco diventerà ancora più oppressivo, non può essere altrimenti, perchè troppe sanguisughe succhiano sangue al malato.
    La sanguisuga non sa – o non vuole sapere – che se succhia troppo sangue il malato morirà e poco dopo anche lei con lui…

  3. davide scrive:
    Scritto il 20-3-2012 alle ore 15:58

    guarda che in materie come il fisco all’ultimo posto ci siamo già in tema di tutela dei diritti.
    il fisco è diventato argomento peggio che la lotta alle br d’annata e per questo solo fatto si sacrifica il resto per cui la cosa per me non è più tanto materia marginale e del garante della privacy ma argomento di interesse generale non dico degno di referendum (monarchia o repubblica) ma quasi.
    se però la stragrande maggioranza dei cittadini premia (forse perchè non conosce a fondo la materia) tali comportamenti non c’è nulla di che lamentarsi neppure da prte del garante. il punto è se veramente la maggioranza è d’accordo o meno….!

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